Paco Roca

Rughe – Paco Roca – Edizione speciale 15 anni

Non lo avevo ben capito fino ad adesso, ma ora so a cosa servono le edizioni speciali. Non servono solo a permettere ai collezionisti di aggiungere qualche altro ettogrammo di carta sui loro scaffali o agli editori per fare ancora qualche soldo su proprietà intellettuali che già possiedono, ma servono soprattutto agli sbadati come me che a un certo punto della loro vita si erano persi qualcosa di molto speciale senza rendersene conto. Nello specifico, quello che avevo perso quindici anni fa è “Rughe” del fumettista Paco Roca.

È difficile quantificare l’impatto emotivo che questo graphic novel di Paco Roca ha prodotto su di me. Il tema del ricordo, o meglio della mancanza di ricordo, mi è molto caro. E quindi mi sono trovato progressivamente invischiato tra le spire della trama creata da Paco Roca.

Di cosa parla dunque “Rughe”. Già l’incipit è devastante. Ci troviamo in una banca. Una coppia, presumibilmente marito e moglie, sono seduti a una scrivania. Davanti a loro un uomo burbero. Un banchiere. È deciso a non concedere il prestito che la coppia ha appena chiesto. Fin qui, triste, ma normale, tutto nell’ordine delle cose, nell’ordine dei no che molti di noi si sono sentiti dire quando davvero serviva solo un sì. Eppure le cose non sono così semplici. La coppia non ha chiesto un prestito. Coppia non è davvero in banca, è in piedi accanto a un letto e disteso su quel letto c’è l’uomo che si atteggiava da banchiere. Quello che abbiamo visto nelle prime vignette si svolge nella sua testa. Abbiamo un problema, giusto? Non può andare bene così. E infatti, uno stacco, l’uomo viene accompagnato dal figlio in una struttura, una casa di cura. La memoria lo sta abbandonando.

La memoria. Un interruttore che si accende e si spegne senza preavviso. Qualcosa che ti procura dei veri e propri viaggi nel tempo e poi ti fa ripiombare nel presente lasciandoti l’impressione di esserti perso la parte più importante: il viaggio.

Emilio, è lui il nostro protagonista. È lui che sente che il suo cervello si sta progressivamente dissolvendo.

Assieme a Emilio ci sono altri nella sua stessa condizione. C’è ad esempio la signora Rosario, persa in una fantasia che la vede seduta dentro a un vagone dell’Orient Express in direzione Istanbul, c’è Juan, vecchio conduttore radiofonico che ha “consumato le parole” e non sa fare altro che ripetere tutto ciò che gli viene detto e c’è una coppia di marito e moglie, lui ormai assente, lei amorevole nelle cure.

Nella casa di cura ci sono due piani. Al piano terra ci sono le persone che riescono ancora ad essere autosufficienti, che hanno una presa sulla realtà ancora accettabile. Al primo piano invece c’è l’oblio, l’ultimo momento in terra prima della morte.

Uno degli ospiti della casa di cura, Miguel, un simpatico truffatore che riesce ad estorcere soldi a tutti i vecchietti con l’inganno e approfittando delle loro visioni, prende Emilio sotto la sua ala protettiva. Cerca di guidarlo, ma soprattutto cerca di frenare la sua deriva. Miguel si rende conto che Emilio è sempre più vicino al burrone, che manca pochissimo per fare il salto, ma cerca in tutti i modi di proteggerlo da sé stesso. L’ombra oscura del primo piano incombe su tutti loro.

Il tema del ricordo è molto importante per Paco Roca infatti era centrale anche nell’opera “Ritorno all’Eden” in cui la narrazione prende spunto da una foto e viene poi sfilacciata in varie linee narrative che si intrecciano. In “Rughe” tutto è incentrato sulla progressiva dissolvenza dei ricordi di Emilio. Sulla progressiva incapacità di mettere a fuoco le cose, di usare i nomi delle cose così come ce li hanno insegnati. Ma è anche un graphic novel che parla di emozioni. La rabbia di Emilio che percepisce la catastrofe; l’amore dei marito e moglie avvinghiati l’un l’altro fino alla fine; la tristezza di Miguel nel vedere le persone salire al primo piano; ma anche al nostra tristezza e forse anche la nostra paura, la paura di un destino incontrovertibile che può colpirci senza lasciarci la possibilità di difenderci.

 

Traduzione di Alessandra Papa.

L’edizione del quindicinale comprende anche i contributi di Michela Marzano, Fabio Geda e Luca Raffaelli.




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