S’aggrinza un astro di Giammarco di Biase

Riportiamo un estratto da S’aggrinza un astro, silloge poetica d’esordio di Giammarco di Biase, con Prefazione di Elisa Ruotolo e Nota a margine di Roberto Masi, edita da Ensemble, in libreria dal 22 maggio 2023. Ringraziamo Autore ed Editore per la gentile concessione.

 

Dalla Prefazione di Elisa Ruotolo
[…] Con una costruzione solenne (la suddivisione in tre parti, ricorda una struttura da cattedrale), l’autore referta l’amore, il dolore, la sacralità di un’assenza paterna (che sconfina nella presenza-assenza divina), fino a confrontarsi con la consapevolezza del nostro essere brevi, incrinati rispetto all’idea di assoluto. Rispetto al desiderio che ne custodiamo.
Leggere questa opera prima significa entrare in una dimensione in cui l’Eden si mescola al tellurico, generando una mistica del quotidiano che sa di organico e celeste. Di Biase scompone immagini e le rigenera nuove, inedite: le rende indisponibili a una ermeneutica conclusa. E il vero valore di un’opera – come scrive Georg Steiner – si misura a partire dalla sua irriducibilità a un’esegesi univoca, se la sua vocazione è al molteplice o addirittura all’infinito. […]

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Estratti

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Sola la tristezza
che lascia alla morte
un senso di pace come
un grande evento essere
pace di sé mentre
soli si muore
e la tristezza così dissoluta
finisce per spore a profumare
tra gente mimetica si fa ricordare
ma da bambini mentre si muore
nel bicchiere di un padre
o nella biglia si balla un crepare
sola la tristezza
rimane a guardare.

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Avrò giorni
come cura
e la mia donna
mungerà latte
dal mio viso stanco.
Sarà lì che aprirò
teste di ricordi
alla terra
e mio padre danzerà
senza vermi
nelle fosse
e sarà lì, mia madre,
sulla pendice
di un monte saggio.

Saranno, questi,
giorni di grande battesimo
e chi mi ha amato
siederà dalla parte
dei credenti.

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Come stare in questo mondo
e restare nella carne, una vita
all’insaputa dei respiri,
nelle albe tra le mani
esistere di terra.
Pregare ogni tempio
che ci ha ridotti
alla vita, se un cuore
un tornare, un minuto che
basti, una donna se aspetta
un bacio trasecolare.
Ogni occhio
ha una casa
e la casa un Dio.

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Esultando alla vittoria
questi trionfi d’oro a sgambetto
sarebbe meglio un porcile
in confronto a queste mani
e ingannarsi ogni giorno
cinte cadute ai piedi
ai trionfi applaudiamo
il sangue. Senza memoria
le nostre mani barattano con la gleba
che siamo pecore e camicie
di nessun vocabolario.

 

Giammarco di Biase (Foggia, 1993) è giornalista e operatore culturale. Scrive di letteratura su vari magazine e collabora con il Corriere del Mezzogiorno. Suoi inediti sono apparsi su Avamposto Rivista di poesia e la Repubblica.

 




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