Layla Martínez

Il tarlo – Layla Martínez

Bisogna immaginare un piccolo e minuscolo tarlo che mordicchia con le sue piccole e minuscole mandibole scavando con infinita pazienza gallerie senza fine. Bisogna immaginarlo mentre si fa strada tra le fibre del legno lasciandosi alle spalle una polvere fina fina. Bisogna immaginare che quegli scricchiolii che si sentono sopra le nostre teste e che provengono dalle travi che sostengono il soffitto siano la sua voce, il suo modo di dirci che sta lavorando dal di dentro, indisturbato, senza nessuna fretta. Sta lavorando per distruggere.

Se questo romanzo di Layla Martínez avesse un sottotitolo non potrebbe che essere: rancore.

Un rancore che è rappreso nei muri di una casa inquietante, sempre sul punto di saltare addosso ai suoi abitanti per consumarli a poco a poco, come nutrimento. Come appunto un tarlo che pasteggia a legname.

Forte è l’impatto di questo breve romanzo che si aggira attorno alle centoquaranta pagine e che La Nuova Frontiera ha da poco pubblicato corredandolo di una copertina davvero molto evocativa e sinistra.

Forte è l’impatto grazie a quanto Layla Martínez è stata in grado di creare, sia in termini di personaggi umani, sia in termini di sviluppo della trama, sia in termini di presenze scarnificate e rese spettri.

La storia è quella di quattro generazioni di donne. Donne che hanno abitato la stessa casa e che hanno avuto destini diversi e misteriosi. Martínez però tende a spostare l’attenzione su due di queste donne, quelle che in qualche modo rappresentano il presente. Nonna e nipote che vivono sotto lo stesso tetto. L’anello mancante, figlia e madre, è sparita da tempo, uscita di casa e portata via chissà dove…ma dove, poi, lo sapremo.

Il loro rapporto è corroso, come corrose e consumate sono tutte le cose che appartengono a quella casa, umane e non.

Scopriamo fin dalle prime pagine che la nipote è sospettata di un grave crimine, ha passato alcuni giorni in prigione, ma poi è stata scarcerata perché non ci sono prove a sufficienza e perché le persone tendono a considerarla una povera idiota.

Per il resto del romanzo, tratto dopo tratto, Martínez ricostruirà tutti i passaggi che hanno portato a quel crimine così tremendo e nel farlo dipingerà un quadro in cui l’odio e il rancore sono così forti da influenzare la vita di più generazioni di una famiglia.

I personaggi sono pochissimi, le interazioni tra loro sono scarne, ma le interazioni tra loro e ciò che è al di fuori della sfera della scienza sono complesse e piene di significato. I misteri compaiono uno dopo l’altro e si depositano l’uno sull’altro e l’aria che emana da questo grumo in decomposizione è così rarefatta da toglierci il respiro.

La casa arriva ad assorbire decenni di odio represso nei confronti dei padroni, arriva a sognare vendetta, a renderla possibile, ad accoglierla.

Quello di Layla Martínez è un romanzo dalle forti tinte gotiche imperniato sugli attriti sociali tra ricchi e poveri, tra chi comanda e chi viene comandato, tra chi serve e chi viene servito e la caratteristica più invitante di quest’opera sta nel fatto che nonostante il romanzo sia chiaramente ambientata in un’epoca molto vicina a noi, i meccanismi che generano questo odio furibondo e questo rancore privo di limiti sono talmente universali da rendere “Il tarlo” qualcosa che può vivere al di fuori del tempo. Un po’ come sembra succedere alla casa che dà l’impressione di esserci sempre stata e di poter restare in eterno.

Il disprezzo che i ricchi e potenti riversano su chi sta sotto di loro deve essere contrastato con un atto simbolico di ribellione, quasi a voler dire a chi sta sopra che nemmeno loro sono al sicuro perché c’è sempre qualcosa che sfugge al loro controllo, qualcosa che sfugge alla loro comprensione, come per esempio, una casa.

La traduzione del romanzo è stata affidata a Gina Maneri.

Layla Martínez: (Madrid, 1987) ha scritto racconti, pubblicati in diverse raccolte, e il saggio Gestación subrogada. Traduttrice professionista, scrive di musica sulla rivista El Salto, e di serie tv su La Última Hora. Dal 2014 dirige la casa editrice indipendente Antipersona.
Il tarlo, uscito in Spagna nel 2021, è il suo primo romanzo.




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