Qualcosa da dire

Quando nasce un nuovo blog, la domanda che tutti pongono è: “Perché?”

Prima di tutto vengono le persone. Qui ci sono Annachiara, Gianluca e Gianluigi. Tre identità diverse con un amore in comune: la letteratura. Ed è proprio attorno a questa passione condivisa che è nato il nucleo di Postfazioni.it.

L’idea alla base del blog è quella di offrire ai libri e agli autori uno spazio non sottomesso ai ritmi frenetici dell’editoria. Nessuna corsa spasmodica all’ultima novità in libreria. Al contrario, Postfazioni proporrà anche riflessioni su pubblicazioni datate, che sono ormai fuori dal radar dei lettori ma che, secondo noi, hanno ancora molto da rivelare.

Ci imbarcheremo nell’analisi di alcuni casi editoriali, nazionali e internazionali: le opere “sulla bocca di tutti”. Per quale motivo, visto che se ne parla già troppo? Per provare ad andare oltre la chiacchierata da bar, indagando le ragioni che trasformano un romanzo, un saggio, una graphic novel in un fenomeno che riesce a imporsi all’interno del discorso culturale.

Segnaleremo gli esordi che riteniamo promettenti, per aiutarli, nel nostro piccolo, a brillare di quella luce che più spesso viene riservata ad autori già affermati. E poi, perché siamo curiosi: cos’hanno di nuovo da raccontarci le voci nascenti?

Porteremo avanti un dialogo con il femminismo, commentando quei testi che a nostro avviso possono aiutarci a ragionare su cosa significhi essere femministi nel 2023.

Un’intera sezione sarà dedicata ai “ritratti”: biografie, romanzi ispirati alle vite di personaggi noti e simili. Che nutrano il nostro principio di imitazione o il nostro desiderio di contestazione, i modelli sono sempre più indispensabili.

E infine ospiteremo, all’interno di interviste e dirette streaming, autrici, autori e addetti ai lavori con cui desideriamo esplorare il mondo dell’editoria in tutta la sua complessità. Da chi vive la letteratura in prima persona vorremo raccogliere testimonianze su cosa significhi scrivere, pubblicare e promuovere un libro oggi.

Quindi, tornando all’inizio: perché?

Le risposte più autentiche sono spesso le più semplici: perché c’è qualcosa che vogliamo dire.


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